Messina

Messina (AFI[mesˈsiːna] ascoltaMissina in siciliano[5]) è un comune italiano di 217 202 abitanti[2] capoluogo dell’omonima città metropolitana in Sicilia. È il terzo comune siciliano per abitanti dopo il capoluogo Palermo e Catania, nonché il tredicesimo comune italiano per popolazione e la terza città non capoluogo di regione più popolosa d’Italia. Sorge nei pressi dell’estrema punta nordorientale della Sicilia (Capo Peloro) sullo stretto che ne porta il nome. Il suo porto, da millenni uno dei principali crocevia commerciali del Mediterraneo e solo in epoca contemporanea divenuto scalo dei traghetti per il continente, è il primo[6] in Italia per numero di passeggeri in transito.[7] La sede universitaria di Messina è importante e storica: la “Studiorum Universitas” fu fondata nel 1548 da sant’Ignazio di Loyola[8].

Fondata dai Siculi con il nome di Zancle nel 757 a.c., che nella loro lingua significava falce, venne ripopolata da coloni greci venendo rinominata Messana. Fu un’importante città romana e poi greco-bizantina, ma nell’843 venne completamente distrutta dagli arabi. Quasi abbandonata durante il periodo islamico, risorse in età normanna e raggiunse l’apice della sua grandezza fra il tardo Medioevo e la metà del XVII secolo, quando contendeva a Palermo il ruolo di capitale del Regno di Sicilia. Messa a ferro e fuoco nel 1678 dopo una storica rivolta antispagnola che comportò l’annientamento della sua classe dirigente, venne gravemente danneggiata da un terremoto nel 1783. Fu assediata durante la rivoluzione siciliana del 1848 contro Ferdinando II di Borbone, subendo gravi danni. Nel 1908 un altro disastroso terremoto distrusse la città quasi per intero, provocando la morte di circa metà della popolazione. Ricostruita a partire dal 1912,[9] spesso in stile Liberty, la città moderna si presenta con una maglia ordinata e regolare di vie ampie e rettilinee in direzione nord-sud. Essendo un obiettivo strategico, la città dello stretto fu pesantemente bombardata dagli alleati nel 1943 durante lo sbarco in Sicilia, venendo colpita da circa 6500 tonnellate di esplosivo in circa 2800 bombardamenti aerei e 4 bombardamenti navali. Tale evento fece guadagnare alla città la medaglia d’oro al valor militare. Durante i bombardamenti, essendo stata Messina ricostruita dopo il terremoto del 1908 con criteri antisismici, molti palazzi rimasero incredibilmente stabili nonostante le quantità di esplosivo alle quali erano stati esposti, e, a causa di ciò, gli aviatori britannici e statunitensi notarono dall’alto la città deserta ma ancora straordinariamente integra e la soprannominarono Ghost City (città fantasma).[10]

Territorio

[modifica | modifica wikitesto]

Lo stretto di Messina visto dal Santuario di Montalto

Situata nell’angolo nord est della Sicilia, sulla sponda occidentale dello stretto di Messina (Mar Ionio)— altitudine 3 metri s.l.m.[11]— si estende per 213,75 km² di superficie comunale. La sua estensione sulla costa (56 km dalla costa di Giampilieri a sud a quella di Orto Liuzzo a nord), che ne fa la città più “lunga” e più marittima d’Italia[12].

Il comune si situa a 96 km da Catania[13] e 223 km da Palermo[14], stretta tra le coste ionica e tirrenica e i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale, militare e commerciale, chiuso dalla penisoletta a forma di falce di San Raineri, di fronte a Villa San Giovanni e poco più a nord rispetto a Reggio CalabriaCapo Peloro, nella zona nord della città, è invece dirimpettaio di Scilla. In queste acque è localizzato il mito di Scilla e Cariddi[15], i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell’inferno che girano in tondo e si urtano in eterno (“qui la gente riddi”).

«Come fa l’onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s’intoppa, / così convien che qui la gente riddi.»

(Dante AlighieriDivina commedia, VII canto dell’Inferno.)

Un’epoca del Neogene, frazione del Miocene superiore, periodo noto come quello in cui il Mediterraneo aumentò la sua salinità in seguito alla chiusura dello Stretto di Gibilterra, prende il nome di Messiniano dal ritrovamento a Messina delle sue rocce caratteristiche, le evaporiti[16];

Lo stretto di Messina, visto dalla zona nord della città

Dal livello del mare, all’interno dello stesso comune, è possibile salire sino a 1 127 metri s.l.m.[11], tramite i colli che sovrastano la città, al monte Dinnammare, dal latino “bimaris”, due mari. Da qui la vista spazia sui due mari della città, lo lonio, sullo stretto di Messina e il Tirreno. Ad est, è possibile vedere l’intera città di Messina, mentre al di là del mare la Calabria dal suo punto più meridionale sino a Capo Vaticano, in provincia di Vibo Valentia. A sud, è nettamente visibile l’imponente vista dell’Etna. A nord ovest, le isole Eolie e la costa tirrenica con Capo Milazzo, Capo Tindari e Capo Calavà di Gioiosa Marea[11].

La città si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale lungo la costa dello stretto senza soluzione di continuità da Giampilieri Marina a Capo Peloro per 32 km[17] nella fascia jonica. La fascia tirrenica, di 24 km,[17] si estende da Capo Peloro a Ponte Gallo. L’area urbana centrale, che può essere racchiusa tra i torrenti Annunziata e San Filippo, oggi coperti dal piano stradale, è lunga circa 12 km, con scarsa propensione verso ovest dovuta ai contrafforti collinari dei Peloritani, che impediscono lo sviluppo di un ampio reticolato urbano geometrico in tale direzione. L’estrema vicinanza dei monti conferisce alla parte occidentale della città una certa pendenza, superata con scalinate e attraversata dalla panoramica circonvallazione situata a monte. Sono presenti verso l’interno, numerose “intrusioni urbane”, in corrispondenza delle brevi pianure dei torrenti, che tendono a inglobare come quartieri alcuni dei più antichi casali del territorio cittadino, i cosiddetti “Villaggi”, attualmente 48[18].

Messina è situata al centro di una zona agricola, con una consistente produzione di agrumi[19], tra cui il limone, l’arancio, il mandarino e il mandarancio o clementina, frutta, ortaggi, del vino D.O.C. Faro[20] e, dal 2016, della birra (DOC 15 e Birra dello Stretto)[21]. Dal 1548 la città è sede universitaria[8], dell’Arcidiocesi Protometropolitana di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela e dell’Archimandritato del Santissimo Salvatore e di un’antica Fiera Internazionale di Messina conclusa nel 2013[22]. Il porto era sede di un antico Arsenale militare ed è tuttora sede dei cantieri navali Rodriquez, ora Intermarine, e Palumbo[23].

I commenti sono chiusi.